Il rinvenimento delle colonne avvenne fortuitamente nel 1953 ad opera di un contadino, che, lavorando il suo terreno, portò alla luce 9 rocchi di colonne, 2 capitelli dorici oltre a varie monete, vetri e anforette. Purtroppo l’ispettore di allora li scambiò per manufatti di epoca giulio-claudia, dando al contadino la possibilità di venderli. Solo nel 1972 iniziarono in località Mandrile i primi scavi sistematici, che portarono all’individuazione di una base di un porticato e una colonna intera, si ipotizzò, inoltre, che ad est dell’edificio sorgesse una chiesa, di cui rimane traccia nella toponomastica della zona come “Colle del Santo”.
Con ulteriori scavi nel 1995 si confermò la tesi che le colonne, asportate da un sito limitrofo, erano state riutilizzate nella chiesa. Il colle fu interessato da una continuità di popolamento dal IV al X secolo d.C., confermato da continui rinvenimenti di materiale ceramico. Il colonnato di Castelguidone è la testimonianza di un’opera monumentale di periodo ellenistico, come il Tempio maggiore di Schiavi d’Abruzzo, i Tempietti gemelli di Iuvanum ed il Tempio di Quadri (D. Aquilano, cfr. Bibliografia).
Il colonnato si compone di quattro capitelli dorici “perfettamente finiti” e numerosi rocchi di colonne “allo stato di bozza”. Le colonne con capitello sono alte circa 3 m. e 45 cm., il materiale impiegato è una pietra calcarea di natura fossilifera.
Epoca di costruzione
III-II secolo a.C. Stato di conservazione: Mediocre stato di conservazione dei reperti che attendono un completamento dell’indagine sul sito ed un attento studio per l’eventuale ricostruzione.